La musica nutre il mio entusiasmo in modo considerevole e scavo continuamente nei generi che prediligo per favorire la mia esistenza. Esploro ancora il mondo della fusion e in particolare quella parte in cui l’accento jazz rock è più marcato. Non è un caso che i miei chitarristi preferiti siano Frank Gambale, Allan Holdsworth e John McLaughlin e sono contento di essere riuscito a vedere almeno gli ultimi due dal vivo. Ieri ho ascoltato l’album omonimo degli U.K. del 1978 in cui compare il succitato Holdsworth: una registrazione rock progressive fenomenale. Ultimamente ho apprezzato Jeff Richman con “Chatterbox”, Frank Briggs con “China Ranch” e Marc Norgaad con “Tolerance”, dischi fusion di grande caratura che vantano collaborazioni prestigiose. Un altro album di fusion che sento l’obbligo di citare è “Summerhill” di Dieter Ilg sul quale compaiono nomi di un certo calibro: Mike Stern (che ho visto dal vivo con gli Yellojackets), Randy Brecker (fratello dello scomparso Michael), Bob Berg (deceduto alcuni anni fa) e Peter Erskine. Nella fusion cerco un suono di classe che sia trascinante ed enfatizzi gli assoli di chitarra in un modo più efficace di quanto avvenga meccanicamente nello shred, ma ciò non mi porta a snobbare gli assoli di altri strumenti e durante le loro esecuzioni pongo la medesima attenzione. Per fortuna non si vive di sola fusion e per questa ragione sono contento di essermi deciso a riascoltare come si deve alcuni musicisti pop sui quali mi ero ripromesso di soffermarmi più attentamente di quanto avessi fatto durante il mio primo avvicinamento alle loro discografie. In primis voglio esprimere la mia ammirazione per Kate Bush poiché adoro il suo approccio sperimentale nei confronti della musica pop e dischi come “The Sensual World”, “The Kick Inside” e “Hounds of Love” per me sono delle pietre miliari che nelle ultime settimane ho ascoltato in più occasioni. Kate Bush è una donna enigmatica e la sua voce è tanto potente quanto evocativa, inoltre ritengo che i suoi testi abbiano un grande spessore, ma credo che anche in Italia via sia qualcuno del genere. Mi riferisco a Carla Bissi che al grande pubblico è più nota come Alice Visconti. È facile fare delle analogie tra Kate Bush e Alice poiché entrambe sono un po’ atipiche. Alice è famosa per le sue collaborazioni con uno dei miei artisti preferiti, Franco Battiato, di cui tra l’altro ha cantato diverse cover che sono uscite a distanza di anni su due dischi: “Gioielli Rubati” e “Alice Canta Battiato”. Credo che l’album “Azimut” di Alice sia candidato a diventare uno dei miei dischi preferiti poiché lo ritengo perfetto dall’inizio alla fine e tra tutte le tracce il mio orecchio predilige “Deciditi”. Alice ha una voce inconfondibile e un vibrato che mi fa impazzire, inoltre nella mia classifica personale è al top delle cantanti italiane e la preferisco persino a Mina sebbene quest’ultima possa essere grande anche intonando un testo estrapolato dalle pagine gialle. In ambito metal ho riscoperto alcuni dischi piacevoli e ne ho trovati altri più recenti. Ho avuto modo di apprezzare i Lethal sull’album “Programmed” e i Deadly Blessing su “An Eye To The Past”. I primi provengono dalla fine degli anni ottanta e suonano un ottimo heavy metal che si trova a metà strada tra i Crimson Glory e i Fates Warning mentre i secondi sono stati esponenti di spicco del metal cristiano e di loro apprezzo molto gli acuti del frontman Ski più che le parti strumentali. Per quanto riguarda il black metal ho avuto modo di apprezzare i Catamenia e gli Anorexia Nervosa su diverse registrazioni. Per alcuni anni ho snobbato la scena metal poiché non ravvisavo grandi uscite e ancor oggi ritengo che le nuove leve non siano all’altezza dei loro predecessori, perciò non è raro che io vada a cercare dischi del passato per sopperire alle pochezza attuale. Dovrei dilungarmi molto di più per trattare in modo compiuto le mie esperienze di ascoltatore, tuttavia non ho intenzione di farlo perché non voglio redigere un blog musicale: mi accontento di lasciare qua sopra qualche pillola come fanno certi loschi figuri che ne adagiano alcune sulle mani dei loro acquirenti tossicomani. Concludo con il video di “Running Up That Hill” di Kate Bush.
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