Una parte consistente del mondo è scosso dalle guerre e dalle crisi finanziarie, tuttavia evito di affrontare questi temi perché non ne sono in grado. Non ho nozioni di economia né di geopolitica che mi permettano di costruirmi opinioni serie su tali questioni e mi chiedo se queste conoscenze si trovino nel bagaglio culturale di quelle persone comuni che dissertano animatamente su argomenti di rilevanza globale. In passato ho già evidenziato in modo analogo la mia incapacità di valutare l’operato dei governi e ho tratto la consapevolezza dei miei limiti giudicativi dalle riletture di alcune delle mie annotazioni. Mi sono accorto che nel migliore dei casi i miei punti di vista su determinate tematiche erano fondati sulla mia visione del buon senso, ma spesso non erano sorretti da una conoscenza approfondita del caso che avevo preso in esame né della sua area d’interesse. Ho notato che alcune delle mie argomentazioni potevano sembrare ragionevoli grazie alla forma con cui le avevo elaborate, ma di fatto erano il prodotto di un qualunquismo aggettivato. Io riconosco l’autorità dello Stato perché le alternative al suo potere sono spaventevoli: in questo senso il “Leviatano” di Hobbes per me è stato fondamentale e l’ho trovato molto attuale su altri temi. Se fossi meno lungimirante probabilmente depennerei alcune delle cose che ho scritto in passato, tuttavia preferisco conservarle come memento per il futuro. Mi occupo di me stesso perché non ho la formazione né l’esperienza per interessarmi attivamente ad altro e anche per questo motivo ritengo che il mio posto nel mondo del lavoro possa trovarsi soltanto nella manovalanza. Intendo ridurre radicalmente le mie opinioni e svincolarle da qualsiasi parvenza di solidità; preferisco farmi investire dall’informazione senza restarne vittima. Non voglio e non posso concedermi il lusso di perdere il contatto con la realtà, ma punto ad avere un atteggiamento molto distaccato nei confronti di ciò che non è in mio potere e sotto molti aspetti penso di essere vicino a questo obiettivo. Suppongo che un atteggiamento simile possa liberarmi da ragionamenti inutili poiché non rivesto una carica pubblica, ma ciò non vuol dire che io debba rinunciare alle mie preferenze o alle riflessioni sulle scelte che compio. Insomma, voglio concentrare il raggio d’azione delle mie parole su questioni personali e continuare a seguire gli sviluppi di questo pianeta senza sentirmi coinvolto. Immagino che i cambiamenti avvengano tramite idee buone e il denaro per concretizzarle, ma io non ho nulla di tutto questo e non possiedo neanche un’inclinazione imprenditoriale.
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