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Carmelo Bene ’94

Voglio enfatizzare questo periodo di silenzio con un appunto fantastico. Diversi anni fa passai una nottata magnifica di fronte al televisore e restai incantato a guardare due repliche del Maurizio Costanzo Show che avevano come protagonista Carmelo Bene. Non ho il retroterra culturale per comprendere Bene e me ne rendo conto ogni volta che lo ascolto e lo vedo. Ci sono citazioni che non colgo e concetti che non afferro, ma non escludo che sia fuorviante ed erroneo il proposito di capire ciò che non esiste. Non sono mai stato attratto dal teatro e per questo motivo mi interessa ciò che Bene ha detto al di fuori di quest’ultimo (ammesso che sia possibile una divisione di questo tipo). Non voglio cadere nell’idolatria perché sarebbe ingiustificata e irriguardosa, infatti ho premesso di non avere i mezzi per comprendere né per non comprendere Bene. Mi limito a ricordare quella notte di diversi anni fa con un video che a sua volta replica una parte della replica a cui ho assistito, ma prima annoto alcuni passaggi di questo estratto dato che i video posso scomparire da un giorno all’altro. In questo caso credo che decontestualizzare le frasi che seguono sia un atto di vandalismo, ma non me ne pento.

“Il non capire non è prerogativa degli scemi, non è il privilegio dell’idiota, è l’abbandono”

“Essere nell’abbandono non significa essere deficienti, significa non esserci, smarrire, non essere più in casa, maledette le case, le famiglie, le mogli, i padri, i figli, lo Stato, l’anima”

“Facciamola finita con questa fine perché la fine e il principio sono la medesima cosa, siamo sempre nell’origine, siamo sempre nel senso di colpa, siamo sempre nella parola”

“Bisogna fare di sé dei capolavori”.

“L’istruzione obbligatoria? Ma cos’è la Siberia, ma perché bisogna istruirsi?”

“Quando la minchia diventa tanta non c’è più perché non c’è culo che la ospiti”.

“Lei deve parlare ancora? Ha parlato?”

“Non sono dei calembours questi, sono schiaffi alla vita puttana e mediocre”

Francesco

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  • Di Carmelo Bene ho vari ricordi avendo avuto occasione di vederlo dal vivo al teatro, anni fa; gran bevitore, era un attore che sulla scena non accettava disturbi da parte del pubblico e mi ricordo che andammo un gruppo di amici al Teatro Verdi di Pisa ad assistere allo spettacolo 'Carmelo Bene recita Majakovskij', una lettura delle poesie del poeta russo, una cosa ultra noiosa non adatta per noi ragazzi che usufruivamo dell'abbonamento dei genitori ai palchetti.
    La 'scena' era il palco vuoto con una sedia in paglia e un'alta asta reggente la bandiera russa comunista, Carmelo Bene spesso nell'occasione urlava nell'interpretazione tragica della lettura e durante un momento saliente prese la bandiera e la strappò, noi colpiti da tanto iniziammo a ridere e uno urlò dal palchetto 'no! la bandiera no!', detto fatto lui si infuriò e interruppe lo spettacolo terminandolo uscendo di scena. Naturalmente quei pochi spettatori che ebbero il coraggio di assistere allo spettacolo alzarono lo sguardo e noi tutti scappammo ridendo uscendo dal Teatro utilizzando le vecchie scale, ormai inutilizzate, che portavano in 'piccionaia'.

    Adesso mi farebbe piacere riassistere a un suo spettacolo, lo comprenderei meglio.

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