Categories: Parole

Attività onirica: Bianca

Il paese era in subbuglio per un evento di cui non ricordo nulla. Le persone sedevano ovunque e alcuni ragazzi si arrampicavano con destrezza sugli alberi o sui cornicioni degli edifici per ottenere un posto dal quale assistere allo spettacolo che tutti attendevano spasmodicamente. Lungo le strade vigeva un’atmosfera irreale e il volgo era ipnotizzato da qualcosa di seducente che avrebbe potuto sedare qualsiasi tipo di sedizione. Io mi trovavo al secondo piano del mio palazzo ed ero immobile nel salotto della mia nonna materna. Davanti a me una bambina dondolava su una vecchia poltrona. La piccola aveva i capelli bruni e indossava un paio di occhiali da vista. Ogni tanto diceva cose prive di senso, ma io non le rispondevo e fissavo con sospetto un piccolo neo che si notava a malapena sul suo mento. D’un tratto un boato proruppe dall’esterno e il clamore della gente provocò un’onda d’urto che investì la stanza. La bambina uscì per aggregarsi alla calca mentre io rimasi al mio posto e tacqui. Chiusi gli occhi e dopo alcuni secondi mi ritrovai in una strada secondaria. Una donna che si spacciava per mia madre chiuse la saracinesca di un negozio e, con lo sguardo intriso di lacrime, mi guardò e mi disse: “La mamma di Bianca si è chiusa in casa!”. Riaprii le palpebre e mi affacciai alla finestra del salotto di mia nonna. Capii chi era Bianca quando vidi una bambina a terra con il cranio fracassato. La piccola era caduta da un’altezza notevole, ma nessuno sapeva dire da quale punto fosse volata nel vuoto. Mi voltai e diedi le spalle al resto del mondo. La morte tremenda di Bianca mi fece pensare alla perdita ipotetica della figlia che non avevo mai avuto. Non ricordo il seguito di questo sogno né l’epilogo della storia, ma suppongo che entrambi abbiano incontrato la loro fine come ogni altra cosa che non sia attribuibile a una qualsiasi forma di eternità.

Francesco

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  • Questo scritto (molto bello) è forse estrapolato da "La masturbazione salvifica, diario agiografico di un onanista"?
    Ciao.

  • No? Beh, avevi detto che avresti trascritto parte
    (o tutto) del libro, ma probabilmente hai cambiato idea. Questo scritto ti è stato ispirato da un sogno notturno o diurno? Comunque sia, sei un maestro indiscusso di vita (e penso di non essere l' unico a pensarla così, anzi, ne sono assolutamente certo).
    PS: come si inserire le faccette? Io non ci riesco.

  • Non ho ancora deciso se caricare o meno il PDF del libro.
    Questo breve scritto mi è stato suggerito da un sogno notturno.
    Io non so cosa sia un maestro di vita, ma conosco il desiderio di mitizzare qualcosa o qualcuno e mi auguro che le tue parole siano uno scherno.
    Tutt'al più posso essere maestro di me stesso come ognuno lo può essere per sé e non lo affermo per modestia dato che faccio già uso di quest'ultima quando descrivo il mio pisello.
    Non ricordo come si inseriscano le emoticons e ne sono felice.

  • Mi farebbe piacere leggere il libro.
    Ricordi nei dettagli il tuo sogno? Quanto sangue c' era sul selciato? La storia del "maestro di vita" è uno scherzo, ovviamente,come quando ti ho detto che ti avevo idealizzato. Però mi sei simpatico, dico davvero. Ho riso ogni volta che hai coglionato il tuo cazzo (piaciuto il calambour?), talvolta così sguaiatamente da far crescere in me il sospetto di essere ritardato. Qualcuno ti ha preso alla lettera? Concordo comunque su tutto ciò che hai scritto.

  • Uno: non ricordo altri particolari del mio sogno.
    Due: si scrive "calembour".
    Tre: suppongo che qualcuno creda ancora che il mio pisello sia piccolo e non è detto che abbia torto.
    Quattro: ti saluto.

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