Qualche giorno fa ho visto “A Farewell To Beat”, un documentario nel quale Fernanda Pivano ripercorre una parte importante della sua vita e riassume poeticamente la beat generation. Il film è un po’ amarcord, ma credo che veicoli un messaggio di speranza. Durante la visione mi è venuto in mente uno dei primi libri che ho letto, ovvero “Viaggiatore Solitario” di Jack Kerouac, perciò ho cercato qualcosa sul web che riguardasse quest’ultimo e mi sono imbattuto in una intervista surreale nella quale lo scrittore statunitense appare completamente ubriaco di fronte alle domande di Fernanda Pivano. Credo che Kerouac fosse un personaggio straordinario e su di lui persino l’alcolismo sembrava una virtù. Ho passato molte notti a leggere “Sulla Strada” e anche se adesso ne ho un vago ricordo non sono in grado di dimenticare l’essenza pulsante di quel libro. Nel dedalo di Internet ho scovato un commento che lasciai otto anni fa sul guestbook di un sito dedicato a Jack Kerouac e appena l’ho riletto non ho potuto fare a meno di sorridere teneramente di fronte all’innocenza delle mie righe incerte, perciò ho deciso di appuntarle qua sopra e per l’occasione ho rimosso qualche errore di ortografia: il commento risale al mese di luglio del duemila. “Salve. Mi chiamo Francesco. Ho sedici anni. Ho conosciuto Jack per caso. Alle medie mi dissero di portare un libro e farne una breve descrizione, ne presi uno di mio padre, uno su cui si trovava una breve sintesi sul retro e lo relazionai senza leggerlo. Passano tre anni e riprendo quel libro spinto dalla ricerca di qualcosa che Kerouac ha cercato tutta la vita: la libertà assoluta. Il libro in questione è Viaggiatore Solitario. Tutto ciò mi ha spinto a decidere che tra qualche anno dovrò lasciare la scuola per frequentarne una migliore: la vita. Grazie Jack, ti avrei voluto conoscere. Tanti della mia generazione non sanno nemmeno chi sei, mi dispiace per loro come mi dispiace che non riescano a capire la mia voglia di evadere per iniziare la mia ricerca. Grazie Jack, ogni tanto pensa ai tuoi fratelli dall’alto dei cieli, okay? Ciao fratello“.
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Kerouac è stata una figura straordinaria, hai ragione. Oggi nelle scuole si studia Manzoni, il che è tutto dire. Una domanda: conosci, sempre parlando di beat generation, Allen Ginsberg e
William Burroughs , e hai mai letto qualcosa di quest' ultimo? Mi domandavo inoltre se hai mai visto il film "Il pasto nudo" di Cronenberg, tratto da un omonimo romanzo dello scrittore beat da me citato. Ciao e grazie.
Conosco Ginsberg e so che ha aiutato molto Kerouac.
Non ho letto nulla di Burroghs, ma ricordo che aveva qualche legame con la criminalità.
Non ho ma visto "Il Pasto Nudo".