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A piede libero

Ieri mattina sono andato a correre lungo un percorso pianeggiante che fino a qualche mese fa affrontavo esclusivamente in bicicletta. Durante il mio tragitto ho compiuto una deviazione e ho raggiunto un tratto di spiaggia per contemplare la bellezza pluridecorata del mare invernale, ma sono rimasto soltanto qualche minuto di fronte a quella vastità liquida e prima di andarmene ho visto due persone: un uomo anziano che correva blandamente nei presi della battigia e un suo simile altrettanto senescente che camminava nella direzione opposta. Ho indugiato un po’ su una duna litoranea e ho assunto una posa napoleonica mentre il vento derideva la mia esaltazione ingiuistificata a forza di folate. Come sempre ho accompagnato la mia attività fisica con della musica adeguata: durante la corsa ho ascoltato un paio di album power metal e puntualmente ho approfittato dei loro impulsi sostenuti per attenuare la percezione della fatica. Tra una falcata e l’altra ho iniziato a pensare cose surreali che non sono riuscito a ricordare: probabilmente la doccia ha lavato anche la parte più recente della mia memoria.

Francesco

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