I rimasugli soleggiati di dicembre vengono sferzati dal vento. I piccioni setacciano le strade, i tetti e le terrazze. Questi primi pomeriggi d’inverno sono avvolti dal freddo e dalle festività, ma la morsa del gelo non è molto forte nella mia provincia. Non ho ancora acceso il riscaldamento e ho intenzione di concedere un anno sabbatico ai termosifoni. Mi piace il rigore della mia abitazione e adoro il modo in cui mi stimola a dormire tra due coperte di lana e un lenzuolo rosso. Non amo il tepore artificiale che viene prodotto dalla combustione del gasolio e non sento neanche il bisogno di saziare il mio camino dormiente con pezzi di legno. Credo che l’abitudine costante al comfort talvolta ottunda la percezione dei cambiamenti ineluttabili e penso che questo avvenga per incentivare il vano tentativo di placare i timori naturali che ogni mutamento porta con sé.
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