Mi sono svegliato nelle prime ore di un venticinque dicembre piacevole e la strenna più bella che abbia ricevuto è stata un presentimento positivo. Non mi interessa la valenza spirituale con la quale taluni ammantano il Natale né l’estasi consumistica che è propria di questo periodo, ma sono contento che la comparsa di un ottimo auspicio si sia verificata quest’oggi. Non mi è successo nulla di particolare, ma ho la sensazione che l’anno venturo presenti meno asperità degli anni precedenti. Le mie parole non grondano speranza, ma sfociano da un sentore attendibile e inoltre le forzature dell’ottimismo (come quelle del pessimismo) non si confanno alla mia indole dato che il mio attaccamento alla realtà è molto più grande di qualsiasi immaginazione morale. Nella mia nazione apparentemente laica i telegiornali danno la priorità alle banalità papali mentre le cassandre della stampa estera dipingono il futuro dell’Italia con tinte oscure. Continuo a vivere i miei giorni in una sfera atarassica e scrollo le spalle dinanzi alle previsioni funeste. La vita non è affatto male, almeno per me, e anche se difetta di qualcosa credo che sia una bella esperienza senziente, ma spero che non sia l’unica.