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Quattro amici al bar

Pubblicato giovedì 13 Dicembre 2007 alle 10:27 da Francesco

Nel corso degli ultimi giorni ho dormito poco e male a causa dell’inquinamento acustico del bar che si trova sotto la mia stanza. Ieri notte sono sceso dal letto dopo l’ennesimo urlo berbero di una delle ragazze che lavorano nel locale e mi sono recato all’interno di quest’ultimo. Sono entrato nel bar con la stessa aplomb con cui John Wayne faceva il suo ingresso nel saloon di turno e ho prospettato ai presenti una mia eventuale delazione all’ASL come ritorsione per i rumori molesti. Perché un coglione deve gridare per parlare a una sua collega quando quest’ultima si trova soltanto a qualche metro di distanza da lui? Quale vantaggi può trarre l’attività di un bar dal gossip di provincia che viene recitato nottetempo in falsetto da una giovane sguattera? Le gestioni precedenti del bar erano meno invadenti ed è stato brusco il passaggio dalle discussioni pacate degli ultrasettantenni ai ragli adolescenziali delle bestie da soma che ora pascolano sotto il mio pavimento. In tanti anni ho avuto solo due motivi per lamentarmi del vicinato, ma sono stato tollerante e ho evitato di fare qualsiasi tipo di rimostranza dato che sono stati dei casi sporadici. Una volta un’aspirante suicida voleva gettarsi da un terrazzo che si trova di fronte al mio palazzo, ma alla fine la ragazza è stata tranquillizzata e al pubblico presente è stato negato il finale splatter. In un’altra occasione il padrone di una ristorante che si trova sotto la mia abitazione è riuscito a fare un buco nel pavimento della mia cucina mentre cercava il passaggio della canna fumaria. Vaffanculo.

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