La doccia è un’abluzione che mi consente di ottenere il calore di cui ho bisogno per trascorrere l’inverno e le stagioni che cercano di imitarlo. Quando l’acqua calda si infrange sul mio corpo mi sento al di fuori dello spazio e del tempo. Mi basta girare un rubinetto per aprire le porte del benessere, ma ovviamente si tratta di un’estasi momentanea che si esaurisce con la caduta delle ultime gocce bollenti. Gli effetti della doccia si prolungano per ore sul mio umore e mi permettono di affrontare meglio qualsiasi attività. Mi piace soffermarmi all’interno del mio bagno mentre gli effluvi del balsamo, dello shampoo e del bagnoschiuma si disperdono nell’ambiente circostante. Nel corso di una doccia l’acqua lava il mio corpo e depone la mia mente sopra una tepore liquido per farla riposare. Per me non è semplice sostituire i pezzi mancanti della mia affettività, ma talvolta trovo dei buoni ricambi nelle azioni comuni e nella banalità di alcuni gesti quotidiani. Sono il caporeparto del mio apparato emotivo e ricopro anche altre cariche all’interno di me stesso. Penso che la scoperta dell’acqua calda sia stata rivoluzionaria e mi domando cosa abbia provato il primo uomo che ha messo piede in una sorgente termale: un piccolo passo per l’uomo, ma un grande balzo per i centri benessere.
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