Un uomo si allontana durante il tardo pomeriggio di un giorno novembrino e la sua giovane moglie lo segue con lo sguardo mentre stringe al petto il lembo di una tenda gialla. Un calesse percorre lentamente una via cittadina e lascia dietro di sé i rumori evanescenti del suo transito. Un lampionaio accende pazientemente le luci di una via che si trova a ridosso di un bastione inumidito e sembra che il suo volto mostri i segni della felicità. In un ampio salone le primogenite dell’aristocrazia sfoggiano i loro abiti sfarzosi e lanciano occhiate seducenti verso i cinque sensi dei loro pretendenti. Un ambasciatore firma un documento sopra un tavolo di mogano davanti al quale un messo attende diligentemente un incartamento da consegnare. I rintocchi di un campanile vibrano attraverso il torace di un passante distratto e come ogni sera destano i ricordi di un uomo canuto. In una stanza piena di bambole una donna volta le fotografie dei suoi familiari, poi spegne le luci di tutta la casa e torna completamente nuda nella luce lunare che avvolge la sua camera. Costei è una nobildonna e un’orientalista. D’un tratto ella si inginocchia di fronte a una platea di tetti spioventi e appoggia la lama di una wakazashi sopra la giugulare. Sangue e ritualità si intrecciano in una sera che appartiene a un secolo lontano.
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