Nel corso degli anni mi sono lasciato alle spalle un novero consistente di persone e non ho mai riallacciato i rapporti con loro. Non concedo molto valore ai legami di sangue e non riconosco alcun diritto affettivo nei confronti di chi mi ha messo al mondo, ma nutro del bene per mia madre e non escludo che una parte di esso abbia radici edipiche. Preferisco i rapporti che partono da zero, prediligo le relazioni che fioriscono sopra un pianeta emotivo senza passato e nonostante io non abbia mai avuto nulla di simile continuo a ritenere che tutto il resto del campionario sociale sia piuttosto marginale. Non penso di conoscermi completamente, ma credo di sapere abbastanza di me per affermare che nel mio status di figlio l’amore per una mia compagna prevarrebbe di gran lunga su quello per mia madre e parimenti nello status di padre l’amore per la mia prole sarebbe nettamente minore rispetto a quello che proverei per la loro madre. I miei sentimenti hanno una matrice egoistica poiché sgorgano dal mio Ego e sono contento che non fuoriescano da qualche sorgente artificiale della mia interiorità, ma per adesso non mi resta che apprezzarne la bellezza cristallina mentre si snodano lungo il tempo alla ricerca di un estuario. Considero deceduta ogni persona con cui ho rotto i ponti e trovo che sia strano accettare la morte di qualcuno che è ancora vivo, ma questo è il mio modus operandi. Non accetto che la sterilità del passato occupi lo spazio delle fioriture presenti e future nonostante il mio autunno perduri da oltre vent’anni. Le foglie ingiallite hanno un fascino particolare.
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