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Non ti curar di loro, ma guarda e passa

Il titolo di questo breve scritto è una citazione dantesca piuttosto celebre e penso che sia perfetta per introdurre un mio punto di vista. Internet è uno strumento e come tale può essere usato in molte maniere: per quanto mi riguarda uso questa rete per acculturarmi e per tracciare le mie esperienze. Alcuni individui usano Internet e in particolare il web per sfogarsi poiché possono avvalersi di un lieve anonimato. Gli internauti in questione possono essere definiti con un termine piuttosto inflazionato su Usenet, ovvero “troll” ma talvolta alcune persone assumono questo status virtuale senza esserne consapevoli. Il mio blog ha circa cinque visitatori abituali più altri che giungono su queste pagine attraverso i motori di ricerca o per altre vie. Due dei visitatori abituali di questo angolo di Internet hanno delle personalità piuttosto disturbate e cercano di raccontarsi nei commenti dei miei scritti, ma spesso incorrono nella mia censura. Non capisco per quale motivo due persone tra i trenta e i quarant’anni coltivino un interesse ossessivo per i miei appunti virtuali. I due soggetti in questione accedono a queste pagine molte volte nell’arco di un giorno e la frequenza delle loro visite mi lascia perplesso. I ruoli non potrebbero mai invertirsi poiché io non mi curerei mai di un loro blog, perciò è evidente come i due lettori che ho preso in esame finora siano delle entità passive che tentano di affermare una piccola parte del loro Ego tra queste righe. Uno dei due è veneto, l’altro invece è toscano ed entrambi sono accomunati da una forte ignoranza. Il secondo ha contestato che io potessi percorrere centoquarantadue chilometri in bicicletta e vangare un piccolo orto dopo undici ore di riposo, inoltre per avallare la sua affermazione ha sostenuto che nemmeno i campioni del ciclismo potrebbero fare una cosa simile. Evidentemente costui non ha trattato l’argomento con cognizione di causa e forse avrebbe dovuto muovere il culo e informarsi prima di inoltrarsi in campi a lui sconosciuti. Un tempo il Giro d’Italia e il Tour De France presentavano tappe di trecento chilometri e sia le biciclette che le strade non erano certo quelle di oggi. Questo cenno storico dimostra la pochezza del commentatore che ho citato poc’anzi. Provo un disprezzo profondo per la tracotanza con cui l’ignoranza viene spacciata per esperienza, ma fortunatamente mi occupo con una certa sicurezza soltanto delle cose che conosco e affronto tutte le altre con la dovuta umiltà per evitare di errare eccessivamente. Non mi disturba che qualcuno sindachi le mie fatiche o qualsiasi altro aspetto della mia vita, ma penso che un certo modo di porsi meriti una risposta dettagliata di questo tipo e ritengo che quanto ho scritto finora possa servirmi in futuro per replicare celermente a determinate illazioni. Internet rispecchia la realtà in tutti i suoi aspetti, dalla solidarietà alla perversione, dalla comunanza dell’informazione alla delinquenza, dall’eleganza alla trivialità, ma la realtà resta completamente diversa e certe cose che compaiono su Internet non trovano spazio nelle bocche dei loro autori perché il rapporto vis-à-vis inibisce i deboli: personalmente non ho mai lasciato nulla su questa rete che non fossi in grado di replicare in una conversazione quotidiana con una persona in carne e ossa.

Francesco

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