Una premonizione funesta precede le ore del sonno, ma i primi segni del risveglio ne portano via ogni residuo. Lo sconforto cola lentamente dalle giornate caustiche e le sue gocce dense si scindono sopra la vette dell’indole. L’amnistia dei ricordi svuota le prigioni del tempo e chiude i cancelli del futuro, ma soltanto in una frazione del presente avviene l’evasione dalla discontinuità di quanto è accaduto e solamente una lungimiranza imparziale consente di evitare una pianificazione errata per ogni cosa che deve ancora succedere. L’accettazione della propria pochezza è un atto di umiltà sincera che non concede onori né premi prestigiosi, ma rappresenta il primo passo per saltare a piè pari nella verità individuale. Le parole spesso hanno un esito diverso da quello prospettato ed è questo uno dei motivi per cui non si può affidare a loro la custodia dei propri progressi. Un linguaggio istintivo veicola lo sviluppo più profondo dell’essere e ogni tentativo di decodificarlo razionalmente si perde nei confini della semantica. Sembra impossibile comprendere il meccanismo che consente la comprensione. Un problema stimola la ricerca della soluzione, ma pare che quest’ultima serva solamente ad attivare uno stadio seguente del moto perpetuo della conoscenza.
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