La notte getta ombre sulle inquietudini insonni. Ogni traccia del buio scompare quando le fronde incominciano a indossare i loro fregi luminescenti. Un bagliore intenso si manifesta tra due sguardi che si aprono in un risveglio intimo. Qualcuno continua a sognare durante il suo stato di veglia e qualcun altro protrae i suoi incubi dopo essersi destato. Parecchie vite hanno bisogno di un balocco narrativo, perciò afferrano ogni novità che entri nel campo gravitazionale della loro attenzione. I ricordi si infiammano sotto le coperte, ma un sonno ristoratore può diminuire una tale minaccia ed estinguere la sua origine. Gli occhi si serrano sotto la fermezza di un soffitto per concedere al resto del corpo di andare in licenza e questa vacanza onirica di qualche ora può riservare degli effetti salvifici più incisivi di quanto sia immaginabile attraverso l’abitudine necessaria di dormire. Gli esseri umani non dicono nulla di nuovo e si limitano a essere una cassa di risonanza per una eco ancestrale. Un barbone raccatta tutte quelle lettere passionali che non sono mai state spedite e che molte mani tremanti hanno cestinato dopo una stesura minuziosa. Le muraglie del silenzio separano i desideri dai loro mittenti e le parole che non sono mai state pronunciate si assommano a quelle che non sono mai state pensate.