Mi chiedo quale aspetto avranno gli esseri umani in futuro e come cambieranno i loro modi di relazionarsi. Probabilmente l’amore e l’odio assumeranno nuove vesti. Un giorno questa epoca sembrerà tremendamente primitiva, ma forse ci saranno ancora dei professori canuti che si dedicheranno allo studio di questo tempo. Ogni fatto storico ha una data di scadenza e credo che persino un evento come la Shoah sia destinato a perire sotto la freddezza cronologica di uno studio asettico. Molti eventi storici hanno perso il loro pathos e sono stati declassati nelle pagine dei libri. I massacri di molti secoli fa, le torture, i soprusi e gli eventi bellici non scuotono le coscienze a differenza dei grandi stermini del novecento, perciò ritengo che sia inevitabile che ogni evento storico perda il suo valore emotivo e rimanga soltanto una soma di date e di statistiche. Il tempo provoca dei cambiamenti profondi nella morale umana, ma questa sua capacità modificativa mi induce a ritenere che ogni sentimento intenso abbia un timer che scandisca il conto alla rovescia del suo esaurimento. Come si possono costruire delle certezze sulla propria personalità se il tempo la rende mutevole e inadatta all’edificazione? Suppongo che per sfuggire alla morsa tirannica del tempo occorra radicare alcune parti di sé al suo interno senza atrofizzare il proprio pensiero e credo che sia molto difficile agire in questo modo poiché trovo labile il confine tra un’azione costruttiva e una simile ma con esiti anestetizzanti.
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