La forza di volontà è prodigiosa e consente ad alcuni uomini di mettersi al di sopra degli dei che sono stati inventati dai loro simili. Credo che la determinazione sia l’arma psicologica più potente a disposizione dell’essere umano, ma ritengo che sia difficile studiarla, gestirla e applicarla. L’autocommiserazione è una forza passiva che culla la mente in un torpore nocivo mentre la forza di volontà è un sistema di propulsione molto complesso e pericoloso. Taluni credono che il vittimismo sia un diritto inalienabile e trascorrono intere porzioni della loro vita ad aspettare che qualcuno o qualcosa rimborsi le loro esistenze, ma penso che questo modus vivendi sia un tentativo piuttosto goffo per sottrarsi al confronto con i propri limiti. La forza di volontà è alimentata dalla disciplina e non riserva glorie immaginarie né diritti altrettanto fittizi, perciò agli occhi di certi individui risulta inutile e poco soddisfacente. Il ruolo della vittima è ambito dalle menti pigre perché offre giustificazioni apparenti per le condotte autolesionistiche, ma credo che la sua convenienza iniziale sia destinata a lasciare il passo al costo eccessivo della sua manutenzione introspettiva. Penso che sia impossibile esimersi dalla raccolta del proprio seminato e lo affermo senza il timore di sfiorare la “saggezza” popolare. La furbizia della stoltezza ospita la fioritura di risultati indesiderati e inaridisce la quarta dimensione.
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