Un uomo e una donna istituiscono un vertice straordinario di quarantasei cromosomi e attendono l’esito della gestazione per accoglierne il risultato a braccia aperte. Talvolta il cordone ombelicale diventa un cappio al collo per le libertà di uno dei procreatori ed è possibile che questa asfissia progressiva provochi dei gesti inconsulti. Il collante che lega una donna incinta all’uomo che l’ha ingravidata può assumere le forme più disparate: la cieca obbedienza a una dottrina religiosa, l’osservanza di una tradizione, l’abitudine alla figliolanza, un interesse morboso, l’incapacità di sottrarsi a un presunto obbligo verso la propria prole o un sentimento profondo verso quest’ultima. In ogni ora del giorno una donna può essere fecondata tramite un gesto d’amore del suo compagno, con uno stupro violento o grazie ai ritrovati della fecondazione artificiale. Alcune madri sono delle vittime egoiste e vogliono a tutti i costi un figlio a cui non possono garantire un futuro, ma non riescono a sopportare l’astinenza dalla maternità e alla fine concepiscono per via uterina un metadone vivente di qualche chilo. Ogni tanto un po’ di curaro cade in un biberon e un infante resta tale nella memoria di chi continua a vivere, ma da molte mammelle grondano gocce bianche che proteggono i fiocchi azzurri e rosa dalle tinteggiature nere. I primi anni di vita appartengono alla pedagogia, ma durante l’inconsapevolezza neonatale l’imprinting trivella l’inconscio. I giocattoli occupano il tempo del bambino e quand’egli cresce gli viene consegnato il balocco gnostico degli adulti: una delle tante religioni che sono nate in seno alle esigenze del quieto vivere. Nella fase pubescente la distinzione tra il bene e il male assume una forte discrezionalità e, qualora non siano considerate le innumerevoli sfumature morali, possono comparire delle mostruosità antitetiche: una vocazione altruistica e misticheggiante o un amore sfrenato per una forma di nichilismo distruttivo. Oltre a questa divisione dicotomica e alle sue diramazioni vi è una corrente piuttosto vasta che verte sulla mansuetudine dell’individualità a cui è semplice omologarsi per avere un facile accesso alle forme di anticonformismo convenzionale e alle valvole di sfogo che hanno la forma delle promesse utopiche dei vizi schiavisti. La ricerca di un’identità avviene con lo sfoglio dei cataloghi di stereotipi nelle volte mediatiche o in qualche sotterraneo adiacente che pretende ingenuamente di differenziarsi da quanto lo sovrasta. Tutto questo non è altro che l’inizio.
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sei un figlio 'indesiderato' o accettato e con il tempo diventato di 'disturbo'? .....comunque 'lasciato a sè' senza radici di amore?
Credo di no.
"Sé" si scrive con l'accento acuto.
per scrivere uso la tastiera e l'accento vien da solo.
Per digitare la e con l'accento acuto basta tenere premuto il tasto Shift e premere la e con l'accento grave.
grazie, non lo sapevo.
Il collante che lega una donna incinta all’uomo che l’ha ingravidata può assumere le forme più disparate...hai dimenticato nell'elenco quella più comune e naturale: continua ad amare il suo uomo, come lui nei riguardi di lei.