Ieri sera ho ricevuto una telefonata inaspettata da parte di Bogdan. Non lo sentivo da parecchi mesi. Mi ha chiamato dalla Romania per chiedermi un aiuto finanziario, ma ha ottenuto soltanto il mio diniego. Ha dilapidato alla roulette i soldi che i suoi genitori gli avevano dato per i vestiti invernali e, come se non bastasse, ha accettato un prestito di trecento euro da un usuraio zingaro a cui adesso deve dare il doppio. Conobbi Bogdan quando venne in Italia assieme alla sua famiglia per questioni economiche. Lui lavorava in nero mentre io non facevo un cazzo e, quando non era impegnato a farsi sfruttare, veniva a casa mia per tenersi in contatto con la sua ragazza attraverso Internet. Abbiamo parlato a lungo una lingua ibrida e abbiamo dato vita a dei neologismi blasfemi che abbiamo scordato rapidamente. I nostri dialoghi erano surreali, grotteschi e cinici. Prima d’oggi avevo già introdotto la figura di Bogdan su queste pagine virtuali e anche in quell’occasione avevo narrato una delle sue consuete traversie ai limiti della legalità. Mi dispiace che sia messo nei guai con gente poco raccomandabile e gli auguro molta fortuna poiché da alcuni anni non ha più una banda di ragazzi che gli copra le spalle. Quando Bogdan mi ha raccontato delle sue perdite al tavolo verde mi è venuto in mente “Il Giocatore” di Dostoevskij e ho sorriso prima di prendere in giro la sua stupidità.
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