Credo che in certi casi un’azione di una persona possa essere assunta come il campione con cui decifrare il suo carattere. La mia affermazione può sembrare estremamente superficiale e anch’io la riterrei tale se la mia esperienza personale non la avallasse. In molti casi le mie prime impressioni si sono rivelate coerenti con le conclusioni finali a cui sono giunto a seguito di una conoscena approfondita degli individui con cui ho avuto a che fare e tutto questo è avvenuto sia nel bene che nel male. Non penso che la fisiognomica sia una scienza esatta, ma credo che talvolta sia uno strumento attendibile, con buona pace di chi nega qualsiasi valore all’aspetto fisico per ostentare un atteggiamento profondo che in realtà denota una superficialità fanciullesca. Ritengo che i lineamenti del volto e i caratteri del corpo possano essere molto esplicativi riguardo alla personalità di un essere umano, ma sarei un ingenuo se negassi che questi elementi talvolta traggono in inganno. Quando vedo una persona in sovrappeso cerco di capire se la sua carenza fisica denoti una mancanza di volontà o se invece rappresenti un impiego diverso delle energie a discapito del suo indice di massa corporea. La grassezza di un uomo può dipendere dall’abuso di alcol, ma può anche essere il frutto di un’attività intellettuale che lo costringe a una vita prevalentemente sedentaria e quando i due casi coincidono si può notare quale dei due prevalga. Ovviamente quanto ho appena scritto è soltanto un esempio e credo che ogni persona che tende verso l’imparzialità possa articolare dettagliatamente degli esempi analoghi in base al proprio vissuto. Credo che questo concetto possa essere esteso anche al modo di vestirsi e all’armonia o negazione di essa che certi abiti generano in combinazione con determinate fogge corporee.