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Legio Patria Nostra

Pubblicato venerdì 7 Settembre 2007 alle 13:13 da Francesco

In passato e anche durante il mio ultimo viaggio ho pensato alla Legione Straniera. Non ho mai preso in considerazione l’idea di arruolarmi a causa della durata della prima ferma: cinque anni. Se l’impegno minimo fosse stato di ventiquattro mesi mi sarei recato in Francia per affrontare le visite mediche, i colloqui e le prove fisiche della preselezione. Se avessi provato ad arruolarmi e se fossi stato accettato la mia vita si sarebbe legata a una divisa da mercenario fino al mio ventottesimo anno e in seguito avrei potuto decidere se continuare o meno la mia carriera militare, ma in ogni caso una parte consistente della mia esistenza sarebbe trascorsa al servizio della Francia in cambio di una buona paga e di un képi. Non sono mai stato un antimilitarista né un campanilista e penso che un’esperienza del genere mi avrebbe potuto dare molto se non avesse avuto un prezzo così elevato. Chissà cosa avrebbe portato con sé la trasformazione da borghese viziato a caporale privo di ideali: forse sono due condizioni simili. La Legione Straniera non è più il corpo leggendario di una volta nel quale finanche gli assassini e gli stupratori trovavano una seconda possibilità per la loro vita, ma credo che questa unità abbia ancora un fascino unico e provo una grande ammirazione per coloro che decidono di farne parte. Concludo con una citazione di “Caffè De La Paix” che mi viene in mente quando penso all’origine della mia indole e all’ipotesi di un suo passato antenatale: “Quando fui donna o prete di campagna, un mercenario o un padre di famiglia”.

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