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La pioggia di Seoul

Pubblicato sabato 1 Settembre 2007 alle 11:39 da Francesco

Il giorno del mio ritorno è vicino. Mi sembra che siano passati alcuni anni da quando sono atterrato all’aeroporto internazionale di Incheon. In Italia, tranne mia madre, non c’è nessuno che mi aspetti e in parte ne sono contento dato che non amo molto i convenevoli. Questo viaggio mi ha dato qualcosa di impagabile e mi ha ricordato concretamente quanto possa essere piacevole il genere umano. Ho parlato con molte persone e ho camminato da solo lungo strade interminabili. Ho scambiato sorrisi caduchi e sinceri che hanno aggirato qualsiasi incomprensione linguistica prima di cristallizzarsi nel fermo immagine di un istante passato. I miei pensieri hanno cavalcato attraverso mattini assolati per portarmi sul crinale della mia esistenza e poi hanno puntato i loro indici verso l’orizzonte per mostrarmi la bellezza del vuoto da una prospettiva asiatica. Ho abbracciato me stesso di fronte alla forma commovente del tempo che ho lasciato a ovest. La vita non mi aveva mai parlato così chiaramente e sono rimasto incantato dalle descrizioni silenziose che mi ha donato in queste settimane. Oggi a Seoul ha piovuto tutto il giorno, perciò ho comprato un ombrello e ho iniziato a camminare per ricevere dai miei pensieri un’anteprima dei prossimi mesi. Ho scorto un autunno triste durante il quale cadranno foglie e speranze incompiute, poi ho notato un inverno rigido che abbasserà la temperatura del mio umore e mi provocherà brividi ossei durante le mie escursioni solitarie, ma la mia inclinazione a resistere tanto alle intemperie interiori quanto a quelle atmosferiche mi consentirà di fronteggiare l’ennesima perturbazione che si appresta a investire la mia vita.

Pioggia di Seoul

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