Oggi ho vissuto una giornata piuttosto insolita. Stamane ho lasciato il mio hotel verso le dieci e mi sono recato a Jamsil per visitare le attrazioni del Lotte World. Ho mangiato un hamburger di fronte a una pista di pattinaggio su ghiaccio e poi ho osservato le vetrine dei negozi. Quando ero sul punto di uscire dal Lotte World per seguire il mio istinto urbano un ragazzo mi ha fermato e mi ha mostrato un questionario sulla religione. Ho incominciato a parlare con questo tizio e appena gli ho detto la mia nazionalità mi ha guardato con stupore dato che lui studia l’italiano e qualche mese fa ha visitato Roma. La nostra chiacchierata si è protratta per un po’ e alla fine mi ha proposto di seguirlo per farmi visitare la sua chiesa: ho accettato, ma prima di farlo ho chiarito subito la mia indole atea e iconoclasta. Siamo usciti da Jamsil e siamo saliti sul suo scooter. Appena siamo partiti ho tirato fuori la mia videocamera e ho filmato buona parte del nostro percorso. Mi sono sentito un reporter d’assalto mentre riprendevo le vie di Seoul a bordo di uno scooter che passava continuamente dalla strada al marciapiede. Abbiamo impiegato un po’ per arrivare a destinazione e prima di entrare nella chiesa ci siamo levati le scarpe. Issac, il ragazzo che ho incontratto al Lotte World, mi ha presentato ai suoi amici e a suo fratello. Abbiamo parlato per mezz’ora e poi siamo andati a pranzo. Ho mangiato seduto per terra e non ho avuto problemi con il cibo coreano dato che il mio palato si è abituato al suo gusto. Tra una portata e l’altra ho parlato in inglese con Issac e con un suo amico. Dopo pranzo è arrivata una sudcoreana che studia in Italia e abbiamo iniziato a discorrere di religione. Ho contestato educatamente ogni loro asserzione e ho riportato alcuni fatti di storia del novecento che avevano tralasciato mentre mi presentavano il loro culto. La loro religione si chiama “Chiesa di Dio” ed è basata su una figura materna che emerge da una lettura della Bibba e che non corrisponde alla figura di Maria che compare sovente nel cattolicesimo. Il loro credo è piuttosto famoso in Corea del Sud, ma si trova anche in altre zone del mondo. Non è stato facile dissertare di teologia in inglese, anche se ho scambiato qualche parola nella mia lingua madre con la studentessa d’italiano. La nostra conversazione è durata circa tre ore e alla fine i miei interlocutori mi hanno chiesto di battezzarmi secondo il loro rito che a quanto dicono differisce da quello cattolico. Ovviamente ho evitato di farmi bagnare il capo e ho declinato la loro offerta nonostante gli astanti abbiano insisto più volte per salvare la mia anima. Quando si sono arresi mi hanno sorriso e mi hanno chiesto un appuntamento per parlare di nuovo. Prima di andare via ho salutato i presenti e poi Issac mi ha accompagnato con il suo scooter fino alla stazione della metropolitana che si trova vicino alla sua abitazione: anche durante questo secondo tragitto ho fatto qualche ripresa serale. È stata una giornata intensa e bizzarra in cui ho messo alla prova per l’ennesima volta il mio amore per l’estemporaneità e ho salvaguardato il mio atesimo. Ho raccolto molto materiale per il mio video e non vedo l’ora di montarlo.
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