Il carme degli stolti

Mi osservi di nascosto perché l’orgoglio non può sporgersi più di tanto. Le parole che non ci doniamo a vicenda restano appese al silenzio. Nessuno di noi compie il primo passo perché entrambi crediamo che possa essere l’ultimo e attendiamo vigliaccamente che il tempo calmi le acque per affogare nell’indifferenza. Siamo muti e distanti, ma in realtà vorremmo leggere il nostro labiale a occhi chiusi. I nostri pensieri viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda e non abbiamo potere su di loro né sulle loro evoluzioni acrobatiche. Fingiamo che il nostro regno sia un castello di carte, ma in realtà non è mai apparso nulla di più adamantino delle nostre incertezze simbiotiche. Un triangolo con un punto interrogativo per ogni vertice rappresenta la perfezione della nostra stupidità. Non vogliamo che la somma dei nostri giorni giaccia nel nulla, ma non muoviamo un dito per accarezzare il pensiero di tornare in auge. L’entusiasmo è evaso e il risentimento ci ha preso in ostaggio. Siamo le parti mancanti di un problema reciproco, ma non riusciamo a capirlo e ci ostiniamo a patire. Ingrandiamo le nostre delusioni perché sono l’ultimo ostacolo che si frappone tra noi e qualcosa che non ha nome né forma. Abbiamo ascoltato la cattiva consulenza dell’impulsività e abbiamo rifiutato un processo equo. Un errore ci ha giustiziato e poi è scomparso insieme alla causa della nostra morte. Cucirò un monogramma sulla mia aorta se torneremo a vivere e sarà una elle: la elle di Lazzaro.

Francesco

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  • Siamo le parti mancanti di un problema reciproco, ma non riusciamo a capirlo e ci ostiniamo a patire.

    Non sono d'accordo su questo punto: è proprio perchè si capisce, insieme alla consapevolezza di ciò legata all'orgoglio (o altro che potrebbe essere l'errore non necessariamente voluto), al lasciare che il tempo cancelli passando, magari prendendo altra strada per evitare l'incontro, ci illude che tutto può sparire.
    Basta a volte un frammento anche analogico per riportarci al punto di partenza e ascoltarci per capire quanto 'bussa' il ricordo, con quale intensità, sperando che sia lieve per poi accorgerci che la lievità può dipendere da quanto abbiamo imparato a conviverci con il pensiero.
    ciao bruno

    piuttosto quando parti?

  • hai fatto bene a ricordare che esiste la polizia postale, perchè casi di 'scrittrici' come quelle di stamane credo che sia bene che prendano una lezione.
    8 messaggi di follia.

  • Trovo che i ricordi siano piuttosto infidi perché con la partecipazione della nostalgia tendono a cambiare radicalmente le dimensioni di quanto è accaduto, perciò evito di dare loro una grande considerazione.
    Amo il presente e la sua continuità.
    Comunque parto il quindici.

  • Il folle commentatore è quel fantomatico scrittore con cui hai scambiato qualche commento.
    Credo che quel ragazzo abbia dei seri problemi di affettività e sembra che non riesca ad accettare la mia indifferenza.
    Spero che riesca a trovare un po' di serenità invece di imitare Carmelo Bene senza riscuotere successo.

  • i ricordi non si cancellano, non cambiano, almeno quelli che riguardano momenti importanti...ti ricordi anche le parole...almeno così è per me, e anche quelli a mio svantaggio. Non tutti, ma alcuni si.
    Poi non vivo nei ricordi ma nel presente.
    In merito a Carmelo Bene che non mi è mai piaciuto quand'ero un ragazzo 18enne insieme ad altri amici riuscimmo a fargli smettere un suo spettacolo 'lettura di poesie' di Maiacoskj (se è scritto corretto, boh) dove lui recitava da solo sul palco del teatro la cui scenografia era una sedia e un'asta con la bandiera russa. quando arrivò il momento saliente dove lui sberciava al limite e strappava la bandiera qualcuno di noi urlò :nooo, la bandiera nooo....e lui si incazzò perchè era stato disturbato e lasciò il palco... noi tutti felici che si rideva della fine dello strazio risalimmo in 'piccionaia e uscimmo dalle scale secondarie ridendo.
    Era un gran bevitore di whisky.
    Più che di affettività, parlerei di equilibrio...comunque sicuramente la tua indifferenza non l'accetta, o non ha altro da pensare e si fissa.

    ciao bruno

  • comunque penso che sia difficile attrarre o incuriosire dopo 8 messaggi folli come quelli di stamane.

  • Non credo che il ricordo in sé possa scomparire o mutare, ma trovo che spesso la sua evocazione esasperi i toni del passato.
    Certe volte un modo sbagliato di ricordare può sminuire sia il presente che il futuro e penso che questo sia un atto di prepotenza intollerabile.

  • i ricordi:
    - tendono ad essere ricorrenti, essendo un riferimento al 'pensiero' del momento, quando si attraversa una fase di cambiamento del proprio essere.
    - si riprensentano quando ripercorriamo gli stessi errori.
    - vogliono essere la 'culla' di noi stessi, e più sono lontani e belli e più li ripercorriamo per verificare che non se ne perda i frammenti.
    - sono le verifica della forza di saper superare le difficoltà.
    - siamo noi.

    a me non spaventano i ricordi, non sono l'adesso, però ti portano a riflettere sulle proprie sfaccettature del proprio essere: e da quello non si sfugge. poi magari non ricordi le parole dette precisamente (dipende sempre dalla valenza del momento per cui ti ritorna) oppure ti sfugge un particolare di una persona o di un luogo, ma l'essenza del valore del ricordo la comprendiamo e, ripeto, ci aiuta a capire quanto siamo 'ancora noi' e come siamo adesso.
    però sono momenti privati che non sempre si possono vivere con gli altri anche se si possono cercare di spiegare o raccontare.
    ....stop.... :) buonagiornata

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Francesco

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