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Ancora una volta sul concetto d’amore

Ritengo che l’amore sia la più grande costruzione informe che il genere umano possa edificare nella sfera dei sentimenti, ma talvolta alla base di questo ambizioso progetto della sensibilità si trovano dei presupposti errati. Mi sembra che molte persone siano così ossessionate dal desiderio dell’amore che spesso e volentieri giungono a negarne l’esistenza per usufruire con più tranquillità dei suoi surrogati. Non ho mai avuto rapporti di sorta, men che meno una relazione amorosa, tuttavia non ho mai trasformato in ossessione la mia brama affettiva per evitare di distruggerne le fondamenta. Credo che il concetto d’amore non sia facile da gestire quando resta a lungo una semplice idea e non nego che talvolta il tempo lo faccia assomigliare a un’utopia, ma trovo che la tenacia di chi si ostina a vedere la realtà anche nei momenti di sofferenza sia la discriminante che consente a taluni di amare e impedisce ad altri di fare altrettanto. Ho l’impressione che esista una selezione naturale del bene che dia ad alcune persone la possibilità di amare, ma penso che vada presa come tale e ritengo che sia importante capire che c’è un ulteriore passo da compiere tra questa possibilità e la sua applicazione nella vita quotidiana. In altre parole chi è capace d’amare non ha la certezza di incorrere nelle condizioni per farlo e penso che l’accettazione di questa evenienza possa evitare molti turbamenti a chi si intristisce dinanzi al suo vuoto affettivo. L’amore purtroppo è stato sequestrato dalle fedi religiose che ne rivendicano falsamente l’archetipo, si è perso nel nichilismo calmante di coloro che non sanno soffrire oppure è ridotto all’osso da chi lo interpreta per renderlo un concetto di consumo. Per me è fondamentale che l’amore non abbia connotazioni melense e che il suo significato più profondo non sia attribuito all’ingenuità perché non sono disposto a barattare la realtà per un po’ di quiete interiore.

Francesco

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