Ieri pomeriggio ho affrontato ancora una volta il percorso di sessantacinque chilometri che ho descritto dettagliatamente nei giorni precedenti. Sulla via del ritorno, a pochi chilometri da casa mia, ho incontrato una ragazza in difficoltà . Costei era appena caduta dalla sua bicicletta in un punto del tutto innocuo che precede una piccola salita. L’ho aiutata a rialzarsi, le ho sistemato la ruota anteriore della mountain bike, le ho dato un po’ di acqua, le ho ritrovato l’orologio e poi ho iniziato a fare qualche battuta sulle sue condizioni. Era piena di spine perché era atterrata in prossimità di alcuni rovi e appena me lo ha fatto notare io non ho potuto fare a meno di dirle ironicamente: “Ecco come si è sentito Gesù Cristo”. In quel momento ho pensato di essere veramente uno stronzo, ma lei non ha reagito male e ha accennato una risata. Mi ha detto che in tanti anni non le era mai successa una cosa simile e spontaneamente le ho replicato: “Allora faccio sempre in tempo”. Mi sono assicurato che stesse bene e poi sono tornato in possesso della mia bottiglia di plastica. Non sono molto bravo con le donne e forse anche la mia mancanza di tatto sta alla base della mia verginità . In un modo o nell’altro mi trovo sempre ad aiutare il gentil sesso, ma visto che il mio charme è démodé almeno cerco di farmi qualche risata quando lenisco le ferite muliebri. Sembro uno stronzo, ma in realtà non lo sono. Davvero.