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Non voglio indossare un saio

Stanotte ho ricevuto una telefonata inaspettata. V. mi ha chiamato alle due per raccontarmi le sue traversie e io per l’ennesima volta non mi sono sottratto dal ruolo di confessore notturno. Era molto tempo che non sentivo V. e mi sono reso conto di quanto sia cambiata. All’inizio della nostra chiacchierata si è dichiarata un’egoista e io le ho dato ragione. Abbiamo parlato della sua vita e io non ho potuto fare a meno di scuotere la testa a più riprese. V. mi è sembrata piena di disillusioni e mi è parso che la sua arrendevolezza funzionasse a pieno regime. Le sue parole sono state tragicomiche, ma sono felice che lei non si sia ritrattata dalle mie battute cattive. La telefonata si è incentrata sul suo lato materialista, sui suoi vizi e sulle sue difficoltà. Non mi sono mai limitato ad assecondare V. né le altre persone con cui ho parlato a lungo e com’è già accaduto  in occasioni analoghe ho toccato dei tasti dolenti per essere sincero, ma fortunatamente lei non è fuggita con la coda tra le gambe e ha dimostrato per lo meno un po’ di maturità di fronte alle parole. V. non è la stessa persona che ho conosciuto due anni fa, ma in lei c’è ancora qualcosa di meraviglioso e spero che qualcuno riesca ad aiutarla a vivere meglio. Alla fine del nostro dialogo, dopo circa due ore e tre quarti, le ho fatto promettere dolcemente di non chiamarmi più e spero che mantenga la parola data. Sono in grado di amare una persona, ma non posso vegliare sulle esistenze di coloro che mi hanno conosciuto a fondo. Non sono un punto di appoggio per le ombre del passato e poi l’aureola non mi dona affatto. Tre giorni fa, dopo parecchi mesi, ho sentito anche A. per puro caso, ma ho rotto i ponti anche con quest’ultima per le ragioni che ho esposto poc’anzi. Ho fabbricato tre addii platonici in tre settimane: un surplus di distacchi inevitabili. Ho deciso di non riportare i dettagli della conversazione che ho avuto con V. perché non ho mai sfruttato i suoi racconti né quelli di chiunque altro per scopi personali. Nel corso degli anni ho capito che anche un nullafacente deve avere una sua deontologia e la mia è severissima.

Francesco

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  • quotidianamente avvengono in noi continui, seppur piccoli, cambiamenti di 'umore' che sono dettati dalle varie situazioni che noi viviamo indipendentemente dalle 'priorità' che abbiamo, denominate anche 'aspettative'.
    il 'prossimo' che ritorna nella nostra vita, anche a distanza di poche ore, ha la grossa responsabilità di come si presenta e deve tener conto di come ci ha lasciato o ci siamo lasciati, sempre anche per poche ore.
    altro fattore importante è la gradualità di conoscenza e quindi di penetrabilità nel sentimento del prossimo.
    altro fattore è la 'complessità' della personalità rapportata all'altra 'complessità, del prossimo.
    le difficoltà di vita sono spesso oggetto di confronto fra persone, nella fase di conoscenza, che non per questo devono rimanere persistenti perchè questo vorrebbe dire dimostrarsi 'incapaci di soluzioni e di responsabilità' verso se stessi.
    ...non vado oltre...ciao, bruno

  • Trovo che le tue parole siano pleonastiche e penso che tu abbia fatto bene a non andare oltre.
    A me non interessano questi discorsi vaghi che hanno delle fastidiose sfumature di saccenteria, ma la mia attenzione si rivolge solamente ai singoli casi.
    Senza rancore.

  • nessuna saccenteria...e pleonasmo...riflessioni.
    poi cosa c'entra o possa esserci rancore da parte tua non lo so.
    ciao, bruno

  • messaggio per lettrice anonima:
    come fai ad affermare che F. ha bisogno di L. ?

    L. ha chiamato F.

    F. non è sicuro che L. abbia bisogno di lui, nonostante lo abbia chiamato.

    il 'giallo' agostiano, il classico dell'estate.

    si dice che i 'gialli' mettano i 'brividi' e sono considerati le letture preferite sotto l'ombrellone al mare, ma perchè si va al mare con il caldo per poi provare i 'brividi'?

  • Bruno, mi duole scrivertelo, ma non hai capito nulla.
    L. non ha chiamato F.
    F. è quasi certo che L. non abbia bisogno di lui.
    "Agostiano" non esiste in italiano: forse intendevi "agostino" o "agostano".
    Dato che non è mai avvenuta una telefonata tra F. e L. mi chiedo dove tu abbia letto una cosa simile.

  • No, non basta perché V. non c'entra un cazzo con L. e viceversa.
    È utile leggere ciò che si vuole commentare.

  • V. F. L. A. uffà, :)
    se un passatempo divertente si deve trasformare in un impegno ulteriore...
    è vero ho fatto confusione tra i protagonisti delle storie, ma anche a volerle rileggere ormai sono già passate...

    le prossime le seguirò con più attenzione, però anche se ho fatto confusione fra le lettere non cambio le mie opinioni.

    Alonso ha dimostrato di essere un bambino che non sa perdere, ai box ha bloccato Hamilton che spero domani vinca indipendentemente dall'augurio che faccio ad Alonso che gli si rompa la macchina.

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Francesco

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