Stanotte ho ricevuto una telefonata inaspettata. V. mi ha chiamato alle due per raccontarmi le sue traversie e io per l’ennesima volta non mi sono sottratto dal ruolo di confessore notturno. Era molto tempo che non sentivo V. e mi sono reso conto di quanto sia cambiata. All’inizio della nostra chiacchierata si è dichiarata un’egoista e io le ho dato ragione. Abbiamo parlato della sua vita e io non ho potuto fare a meno di scuotere la testa a più riprese. V. mi è sembrata piena di disillusioni e mi è parso che la sua arrendevolezza funzionasse a pieno regime. Le sue parole sono state tragicomiche, ma sono felice che lei non si sia ritrattata dalle mie battute cattive. La telefonata si è incentrata sul suo lato materialista, sui suoi vizi e sulle sue difficoltà . Non mi sono mai limitato ad assecondare V. né le altre persone con cui ho parlato a lungo e com’è già accaduto in occasioni analoghe ho toccato dei tasti dolenti per essere sincero, ma fortunatamente lei non è fuggita con la coda tra le gambe e ha dimostrato per lo meno un po’ di maturità di fronte alle parole. V. non è la stessa persona che ho conosciuto due anni fa, ma in lei c’è ancora qualcosa di meraviglioso e spero che qualcuno riesca ad aiutarla a vivere meglio. Alla fine del nostro dialogo, dopo circa due ore e tre quarti, le ho fatto promettere dolcemente di non chiamarmi più e spero che mantenga la parola data. Sono in grado di amare una persona, ma non posso vegliare sulle esistenze di coloro che mi hanno conosciuto a fondo. Non sono un punto di appoggio per le ombre del passato e poi l’aureola non mi dona affatto. Tre giorni fa, dopo parecchi mesi, ho sentito anche A. per puro caso, ma ho rotto i ponti anche con quest’ultima per le ragioni che ho esposto poc’anzi. Ho fabbricato tre addii platonici in tre settimane: un surplus di distacchi inevitabili. Ho deciso di non riportare i dettagli della conversazione che ho avuto con V. perché non ho mai sfruttato i suoi racconti né quelli di chiunque altro per scopi personali. Nel corso degli anni ho capito che anche un nullafacente deve avere una sua deontologia e la mia è severissima.