Oggi ho pedalato a lungo. Sono andato a Pescia Romana e prima di tornare indietro ho proseguito per alcuni chilometri oltre questa frazione del comune di Montalto di Castro. Sulla via del ritorno ho fatto delle brevi deviazioni e mi sono fermato due volte per gustarmi le grazie della Maremma. Ho portato con me lo zaino che usavo alle medie per tenerci una bottiglia d’acqua da un litro e mezzo. La possibilità di bere mi ha permesso di fare uno sforzo maggiore del solito: ho pedalato a un ritmo abbastanza sostenuto e, arrotondando per difetto, ho percorso circa cinquantacinque chilometri senza risentirne troppo. Sono soddisfatto di questa giornata estiva e nemmeno il vento contrario è riuscito a tediarmi. Non ho vinto il Tour de France, ma almeno ho concluso al primo posto il tour de force dell’abbattimento emotivo a cui sono stato costretto a partecipare dalla mestizia di alcuni fatti recenti. Credo che la fatica salubre sia un’ottima risorsa per affrontare i momenti meno sereni e oggi, per l’ennesima volta, ne ho avuto la prova sulle strade che si trovano tra la Toscana e il Lazio. Se l’angoscia mi insegue io cerco di pedalare più velocemente per vedere chi è il primo che si ferma e finora ho sempre avuto la meglio. Non potrò affidarmi agli sforzi fisici per tutta la vita ma ho ancora molte energie da spendere e continuerò a farlo a meno che qualche grave malattia mi faccia visita o che un incidente non ritardi all’appuntamento con le mie ossa.