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Ermetismo spicciolo

Pubblicato martedì 17 Luglio 2007 alle 00:17 da Francesco

Il dolore dona un significato alle giornate che non sono in grado di giustificare il loro avvento. Il cielo trasmette arcobaleni in bianco e nero mentre la monotonia della pioggia priva le nubi di qualsiasi pathos. I rumori dell’ambiente diminuiscono drasticamente la gittata delle parole e molte frasi non sono altro che ammassi di rottami semantici dai quali colano significati trascurabili. Talvolta le conversazioni sono composte da monologhi che sono stati messi in castigo nella stessa stanza. La confusione ingaggia i soliloqui sterili come un capomastro che assume i detentori della terza media. La curiosità di espandere la conoscenza nasce spontaneamente come la vegetazione che comprime la praticabilità delle strade di campagna. La volontà di apprendere è un parto gemellare della necessità o il frutto di attimi silenziosi che hanno viaggiato a bordo delle coincidenze. Qualche dottrina rappresenta l’individuo come un globulo che circola in un ente la cui struttura olistica è inaccessibile per il pensiero terrestre e di conseguenza risulta intraducibile nel linguaggio che veicola le idee attraverso i fonemi. Certe convinzioni ingiustificate assomigliano a delle fiere indomabili che tentano di divorare il loro creatore. Si smette di essere padroni delle proprie scelte quando si subisce morbosamente il fascino delle catene e si compiono sforzi indicibili per ostruire l’uscita della propria segreta.

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