Le ore sottopagate partono con le loro carriole rumorose dalle pianure della quotidianità per trasportare quintali di punti interrogativi fino alle vette del parossismo. Le montagne di domande nocive devono sparire dalle carte morfologiche prima che costituiscano una catena montuosa invalicabile. Sono i detriti del passato che formano i rilievi descritti poc’anzi e per arrestare il loro afflusso occorre erigere muri di indifferenza tra il presente e ciò che lo insidia. È facile scottarsi con le eruzioni dell’istinto e con le pulsioni magmatiche. Un giorno lo sguardo si rivolge a nord e vede un paesaggio stupendo, il giorno seguente fa altrettanto e questa volta scorge solo rovine, ma raramente una metamorfosi così veloce trova posto nella realtà e spesso si tratta solo di un’apparenza dualistica che è imputabile a un difetto di rifrazione dell’interiorità. L’apprensione assidua e l’allegria forzata sono le due facce della stessa medaglia il cui valore è molto inferiore rispetto a quello che le è attribuito dall’ingenuità. Il tempo detta un ritmo perfetto che non cambia mai, ma è difficile accettare che la linearità e lo splendore ne siano le caratteristiche principali e perciò il passo della vita talvolta viene accelerato e altre volte subisce un arresto improvviso. L’accesso alla propria cronologia deve essere regolato dal buon senso: un centro storico in cui vige la zona a traffico limitato.
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