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Un’operazione a cuore aperto

Pubblicato domenica 15 Luglio 2007 alle 00:27 da Francesco

La sedentarietà non è salutare, infatti un pensiero che resta immobile sul trono dell’angoscia affatica i movimenti del corpo e ne compromette l’efficienza. Le fissazioni hanno un aspetto docile, ma sembrano le lunghe braccia di un male endogeno che sottrae grandi porzioni di tempo alla vittima di turno. Penso che la superficialità non sia sempre nociva, ma quando sfugge al controllo della personalità rischia di assumere dimensioni mastodontiche che portano in grembo significati tetri. Certi sorrisi deformano i volti di coloro che sono condannati a ostentare felicità sopra le nubi oscure dell’inquietudine. Credo che la convivialità sia un palliativo per una neoplasia emotiva che può essere asportata solo dalle mani di chi ne è affetto. Non è semplice operare se stessi senza anestesia e ognuno di questi tentativi di chirurgia introspettiva spesso porta con sé complicazioni inaspettate, ma credo che valga la pena rischiare l’incolumità emotiva per evitare conseguenze peggiori; penso che un’operazione di questo tipo richieda mesi e grandi sacche di sudore. La degenza nel nulla non è piacevole, ma è necessaria per impiantare una nuova origine nella propria vita e svilupparne nuovamente le potenzialità. Le illusioni provocano infezioni pericolose e annebbiano i sensi in modo che non rispondano alle potenti sollecitazioni della realtà, ma quest’ultima supera immensamente la pochezza degli inganni allettanti e contiene cause ed effetti che sono inaccessibili alla fantasia.

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