Le dighe cedono, i fiumi straripano come gli occhi di una vedova minorenne e alcune esplosioni a catena mettono al mondo colonne di fumo che lasciano presto il loro nido igneo per levarsi verso il candore impalpabile delle nubi. Gli allarmi acustici suonano all’unisono e l’impeto degli elementi orchestra il terrore che domina le alture dei muscoli facciali. Ogni metro quadrato viene sottomesso da orde violente di centimetri cubi. La forza del flusso d’acqua sposta ogni cosa e scombina il disordine quotidiano. Nelle fogne i topi impregnano i loro escrementi con le lacrime mentre alla luce del sole si muove l’ombra di un’ecatombe planetaria. L’interesse generale sposta il suo baricentro. La passione per gli eroi morti in vano scompare lentamente dai divani divelti e non c’è un ideale giocoso che possa sedare lo spavento per l’apocalisse incipiente. In tali condizioni ogni legge che discende da Hammurabi diviene inapplicabile e ogni diritto appartiene solamente ai più forti. Il denaro perde il suo prestigio secolare e le banconote vengono estratte dalle tasche esclusivamente per appuntare sulla filigrana le memorie dei più deboli. In alcune zone i vortici ingoiano i corpi e le carcasse degli animali mentre in altri luoghi completamente allagati emergono poco alla volta i resti degli inondati. Gli uccelli planano vicino al pelo dell’acqua per cercare del cibo, ma talvolta anche loro trovano la morte a causa dei rifiuti industriali che galleggiano ovunque. Anche le esalazioni tossiche riescono ancora a contribuire alla resa della vita; ed è subito sera.