Un uomo canuto allunga una mano per sollevare il lenzuolo bianco che copre il cadavere della figlia. La giovane ha il volto tumefatto e il busto dilaniato. Appena il padre vede la sua primogenita non riesce a trattenersi e vomita involontariamente sul corpo di quest’ultima, poi scoppia a piangere e infine sviene a seguito di un mancamento. Le luci blu dell’ambulanza rischiarano i resti delle due auto e invitano a nozze il voyeurismo degli automobilisti che procedono lentamente vicino al luogo dell’incidente come se stessero partecipando a una processione paesana. Una delle vetture coinvolte nel sinistro sembra la scultura di un artista astratto privo di talento. Un agente stende un verbale sgrammaticato mentre dalla radio della sua volante si odono le comunicazioni che pervengono dalla centrale. Nell’impatto ha perso la vita anche una famiglia straniera che era composta da una madre, un padre e due figli. Il nucleo familiare aveva appena iniziato la sua vacanza e probabilmente non si aspettava di essere estratto per una gita nell’ignoto che di solito si visita in apnea dopo l’ultimo respiro. I cartelli stradali danno le spalle ai deceduti, non si muovono di un passo e mentre ridono sotto i baffi bisbigliano sarcasticamente: “Ve lo avevamo detto, noi!”. La morte è stata fortunata, infatti è riuscita a fare una cinquina al primo colpo. Il buonsenso ha subito un altro smacco, ma ormai si è assuefatto alla sconfitta.
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