Cola sangue lungo la linea della vita che si trova sulla palma della mano. Un autovelox s’inchina al passaggio ultrasonico del tempo di un’esistenza e resta immobile fino al transito simultaneo dell’ultima gioia e dell’ultima sofferenza. Un vecchio svuota il significato della sua vita per regredire fino alle porte dell’infanzia mentre suo nipote cerca un modo per impiccarsi nella culla. Una coppia di anziani raccoglie violette sopra uno spartitraffico e ignora che in quello stesso punto, ogni sera, il prodotto femminile del loro amore borghese si prostituisca per meno di cinquanta euro. La burocrazia mette in risalto l’indifferenza e instilla anime spente nelle forme fredde dei suoi numeri. Il timore del futuro si somma alle crepe del passato e froda il presente senza che i sensi se ne accorgano. Sembra che ogni cosa si ripeta e pare che anche queste parole propaghino un olezzo di reiterazione. Un figlio sottomesso condanna a morte la sua frustrazione e attende l’arrivo di una volante per porgere i polsi a un giovane appuntato. La felicità fa storcere il naso ai cocainomani e accompagna inconsapevolmente chi non è al corrente della sua esistenza. L’instabilità dell’umore e la sua produzione mutevole riempiono lo spazio emotivo che intercorre tra un solstizio e un equinozio.
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Non ho novità di rilievo in questo mio incedere verso l'attimo che segue. Un'anziana signora…
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