Un uomo è alla ricerca della sua identità e non ha ancora deciso se perseguire la poesia o il terrorismo e di conseguenza si chiede se debba comporre una missiva d’amore o una lettera piombata che accompagni una minaccia di morte. Le mani di una cameriera domenicana lavano i bicchieri e le tazzine di in un bar di provincia mentre i clienti più lascivi lasciano una piccola mancia per sentirsi magnanimi. La paura della morte sostiene un’allegria artificiosa e deleteria. La seduzione si trasforma in sedativo, ogni frase di senso compiuto assume la forma della circostanza nella quale è pronunciata prima di completare la sua metamorfosi in dimenticanza silenziosa. Le scollature più belle aprono le acque e consentono agli sguardi di circumnavigare il globo a bordo della contemplazione fisica. Ritmi caraibici accompagnano i movimenti delle dive anonime e la loro beltà composta da acqua e sapone fa scivolare la mente lungo i ricordi del candore materno e spinge i sensi verso la sagoma indefinita di una vita precedente. I bambini costruiscono castelli di sabbia sulla spiaggia mentre gli adulti edificano castelli di carte tra convinzioni prive di fondamenta e contraddizioni che talvolta portano alla pazzia. Produco forza motrice con le gambe e sferzo ogni matrice umana che invita la mia mente all’interno di pagode insalubri. L’inconoscibilità è la gonna di Gea e l’ignoto ne è lo spacco che inibisce la sessualità cerebrale dei suoi pretendenti. Una donna sulla quarantina cerca di elargire amore a dei quadrupedi, ma credo che in realtà ella compensi le sue mancanze sentimentali e suppongo che tenti di salvaguardare quattro zampe solo per trovare la forza di rialzarsi sulle sue gambe. È bizzarro come a volte l’amore per gli animali nasca dall’odio verso gli uomini. La Terra ruota sul proprio asse e tante parole remano contro la realtà, ma io mi rilasso sopra una bicicletta sporca e lascio che il sole aumenti un po’ la mia melanina prima di immergermi in acque basse per mandare al largo ogni considerazione fuorviante.
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