Ieri mi sono alzato alle quattro di mattina e dopo un paio di ore sono uscito di casa con la mia bicicletta. Prima sono andato a Porto Santo Stefano, poi ho percorso la salita di via Campone e infine ho proseguito verso Porto Ercole lungo un percorso che ormai conosco a menadito. Le nuvole erano abbastanza basse e nel punto più alto del mio itinerario ho avuto modo di osservare i loro movimenti da vicino. Ormai non faccio altro che pedalare e riposarmi. Non sono un estimatore del ciclismo, ma vado in bicicletta per sfogarmi e per non perdere il contatto con i luoghi in cui sono cresciuto. Talvolta mi sforzo molto in salita e le mie ginocchia ne risentono. La stanchezza mi fa sentire dolce. Mi piace mettermi sotto le coperte dopo una giornata faticosa e sono contento quando riesco a godere a pieno del mio riposo: per me si tratta di una delle migliori soddisfazioni disponibili per la mia esistenza. Chilometro dopo chilometro semino in volata i pensieri vacui e le riflessioni un po’ angoscianti. Il sudore lava il mio stato d’animo e mi fornisce sensazioni potenti che mi rendono meno incline alla mestizia. A volte per essere felice mi basta raggiungere una radura taciturna e pisciare al suo centro senza preoccuparmi di nulla. Stasera guarderò la finale di Champion’s League e non tiferò per il Liverpool né per il Milan, ma supporterò unicamente la figura carismatica di Ivan Gennaro Gattuso.
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