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Nane bianche

Mi sembra che la società in cui vivo sia strutturata in modo tale che il valore di una persona non sia altro che la somma del rispetto, dell’ammirazione, del bene, della paura, dell’odio e dell’amore che i suoi simili provano nei suoi confronti. Non mi riferisco allo star system né alla figura del vip, infatti le mie parole volano più basse e prendono in esame le persone comuni. Per molto tempo sono stato abituato a vedere classifiche, ranghi e gerarchie in ogni aspetto della vita umana. La società occidentale è organizzata in caste invisibili che sono molto simili a quelle indiane. Non intendo redigere l’ennesima filippica del cazzo sulle inevitabili incoerenze che attanagliano l’umanità, ma voglio semplicemente gettare uno sguardo indifferente verso l’uniformità degli schemi sociali, nonostante alcuni di essi siano ritenuti superiori ad altri. Quando penso alla figura dell’emarginato mi vengono in mente scene di estrema povertà nelle zone limitrofe delle stazioni metropolitane, ma in realtà anche un uomo in giacca e cravatta con un lavoro comune può essere emarginato. Credo che esistano riti e usanze per ottenere una delle tante etichette da appiccicare sulla propria personalità per sentirsi qualcuno in mezzo agli altri. Suppongo che l’esercito degli esclusi sia più grande di quanto si possa immaginare. Negli uffici, per le strade rinomate, al tavolo di un locale trendy come ai piedi di un binario morto ci sono esistenze totalmente ignorate da chicchessia e purtroppo queste vite non sono abbastanza divelte da alimentare l’empatia o gli indici di ascolto. Mi spaventa l’idea di quante persone ogni sera si trovino a mangiare in compagnia della mestizia nella loro abitazione solitaria. Ci sono drammi interni che sono così lontani dalla vista e da qualsiasi altro senso che a volte nemmeno che li porta dentro ne avverte consciamente la presenza. Quanto ho scritto mi è stato ispirato dagli occhi di certe persone comuni, perciò non escludo che questa caterva di frasi possa essere solo una sensazione fallace traslata in parole serali. Gli occhi non mentono, ma possono essere fraintesi.

Francesco

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