Da piccolo pensavo che gli adulti fossero onniscienti, ma ho iniziato ad avere i primi dubbi su di loro nel passaggio dai “Puffi” a “I Cavalieri dello Zodiaco”. Con gli anni mi sono reso conto che l’aumento dell’età anagrafica non comporta sempre uno sviluppo intellettuale e un’evoluzione morale, per questo motivo non mi sorprendo che alcuni bambini mostrino una maturità paradossalmente superiore a quella dei genitori o di quelle persone che vorrebbero abusare di loro. Credo che il primo passo per rovinare l’esistenza di un essere umano sia quello di affidare la prima parte della sua vita ai cosiddetti educatori. Se avessi un figlio gli consiglierei di non dare retta a ogni cosa che dicono “i grandi”: che siano insegnanti, profeti scesi sulla Terra, barboni o semplici e audaci spettatori di “Uomini & Donne”. La mia breve esperienza in questa vita attuale mi ha mostrato che spesso gli educatori si comportano contraddittoriamente rispetto ai precetti che tentano di inculcare nella più giovane generazione di turno. Quanto scrivo è piuttosto banale e infatti ritengo che la verità riguardo ai comportamenti umani non sia deputata a interpretazioni criptiche. A scuola mi parlavano di “rispetto”, “educazione” e “comprensione”, ma è proprio nelle aule scolastiche che ho visto la negazione di tutto questo e non da parte dei miei compagni, ma dalle figure ripugnanti dei docenti e dai loro superiori. In qualsiasi esempio di aggregazione sociale ho sempre scorto gerarchie e formalità imperanti e ogni volta che sono entrato a contatto con queste “istituzioni” ho generato discordia. Ho imprigionato ogni figura educatrice del mio passato nel lager del mio dimenticatoio e mi sono tenuto alcuni dei loro precetti (utopici per le loro esistenze) che ho utilizzato per personalizzare la mia morale come se fosse un Booster usato. Ho rimosso parecchie croste di incoerenza e ho levigato la compresenza di elementi apparentemente dissonanti. Figlio mio, io non ti avrò mai, ma ricorda: non dare sempre retta agli adulti perché spesso non capiscono un cazzo.