Il valore delle parole cambia a seconda di chi le pronuncia e di chi le riceve: due pesi e due misure. Infinite combinazioni emotive si intrecciano quotidianamente tra le frasi fatte e le improvvisazioni genuine. Si avvicina la prova costume e si allontana un ricordo che sminuisce il valore della silhouette. Certi volti giustificano l’esistenza della fisiognomica. Ci sono tante impressioni che si susseguono e spesso sembra che l’esistenza sia pura teoria anche nelle sue manifestazioni più pratiche. I fraintendimenti accudiscono la grettezza delle convinzioni mentre qualche ragazzo di provincia abusa della prosopopea. Viene attribuita troppa importanza ai pensieri ornamentali che compaiono sera dopo sera fino al giorno del tramonto. Il pessimismo camuffato da analisi oggettiva genera svariati tipi di decadenza emotiva. L’equilibrio è difficile e noioso mentre le manie e gli estremismi sono più accessibili e apparentemente amichevoli. Una parola assume una forma concreta quando qualcuno la trasla nella realtà e non è detto che questo processo debba produrre necessariamente qualcosa di tangibile. Sbaglio sempre il dosaggio di cretineria: ne metto troppo o troppo poco. Ci sono tante cose che non conosco e tra queste ce ne sono alcune che non voglio conoscere per accontentare quella piccola quota della mia personalità che appartiene ai pregiudizi. Non apprezzo chi punta tutto sull’intelletto o sul corpo, ma ci sono delle eccezioni (numerose) che di fatto annullano quanto ho appena scritto.