Il mio stato d’animo si è chetato dopo le inquietudini appartate degli ultimi giorni. Certe volte mi trovo a fare i conti con le mie assenze emotive e non sempre riesco a uscirne integro. Vedo un po’ di romanticismo nel dolore che ricavo da certi pensieri viscerali, ma non è sempre sufficiente per tenermi lontano da serie interminabili di ore cupe. Le traversie della mia psiche sono più comuni di quanto io immagini, ma forse il mio modo di affrontarle è un po’ atipico. Più volte mi sono chiesto se i miei bisogni affettivi siano solo una conseguenza della mia appartenenza a una società in cui un sentimento profondo tra due persone rappresenta una delle poche isole felici. Questa domanda mi è sorta spontanea un giorno mentre facevo zapping e notavo la frequenza con cui immagini di complicità tra due persone sono trasmesse sul piccolo schermo. Molte delle cose che vedo e molte delle cose che sento hanno riferimenti di intensità variabile sull’amore, ma ho sempre avuto la sensazione che non sia quest’ultimo a suscitare l’interesse generale di un ipotetico pubblico. Pare che le distorsioni melense o parossistiche dei sentimenti abbiano un grande successo, ma non riesco ad apprezzarle. Mi avvicino alla fine di questo ennesimo excursus su qualcosa di cui ho solo una conoscenza teorica. È sabato sera e ancora una volta non ho progetti per le prossime ore. Oggi pomeriggio ho pedalato e ho sudato, perciò mi congedo da queste pagine per fare il mio ingresso trionfale nella doccia e rilassarmi con un po’ di acqua calda.
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