Oggi pomeriggio sono andato nuovamente a Grosseto in treno e come al solito ho portato la bicicletta con me. Ho pedalato per un po’ lungo le vie del centro, poi mi sono spinto fino a Stiacciole e quando sono tornato indietro ho incontrato un gruppo di zingari che giocavano a al cosiddetto “calcio tennis” in un parcheggio vicino via Monterosa, di fronte a “Rosi Pneumatici” e più precisamente lungo Viale Europa. Mi sono fermato per un po’ a guardare i rom fino a quando mi hanno invitato a giocare e così ho passato il resto del pomeriggio in loro compagnia. Ho sfoderato qualche volgarità che ho appreso da Bogdan e ho trascorso un paio di ore piacevoli tra passaggi, palleggi e imprecazioni romene. Ho persino prestato la mia bicicletta a un ragazzo che era in squadra con me e ho messo in palio due euro per una partita tra due ragazzi. A un certo punto sono spuntate le mogli dei miei compagni di gioco e hanno iniziato a discutere con i mariti svogliati e pieni di birra. Tra gli avventori c’era un rom di mezza età pesantemente in sovrappeso che rideva, beveva e guardava gli altri. Un ragazzino del gruppo, che parlava un italiano abbastanza fluente, mi ha proposto di scambiare la mia bicicletta con la sua, ma non ho accettato e un po’ mi è dispiaciuto. Gli altri per chiamarmi dicevano: “Ehi amigo”. Sono queste le piccolezze che mi fanno sorridere. Un pallone consumato, macchine veloci sullo sfondo, righe disegnate in terra con il gesso, cattivi odori e delle esistenze semplici con usi e costumi antichi: oggi non potevo chiedere di meglio.