Mi sono imbattuto per la prima volta nella figura di Gurdjieff a diciotto anni con la lettura parziale e approssimativa di “Frammenti Di Un Insegnamento Sconosciuto”. A causa della mia età e delle difficoltà di concentrazione che avevo all’epoca non sono riuscito a trarre nulla da quell’incontro casuale con il libro di Ouspensky. La lettura de “Il Ricordo di Sé” ha riacceso in me l’interesse per la cosiddetta “Quarta Via”. Non ho alcuna intenzione di intraprendere un percorso interiore basato sull’insegnamento elaborato da Gurdjieff, ma cerco di trarre qualche spunto dalle argomentazioni di quest’ultimo e da quelle dei suoi successori. Non credo a nessuna forma di influenza celeste, però ho notato che certi aspetti solipsistici del sistema della Quarta Via convergono con alcune delle mie convinzioni e sono questi i punti che voglio sviluppare. Mi interessa essere presente e affinare la mia capacità di trasformare la sofferenza. Sono riluttante verso qualsiasi dottrina esoterica, tuttavia devo riconoscere alla Quarta Via un fascino unico che non ho riscontrato altrove e mi dispiace che i miei convincimenti non mi permettano di abbracciarla. Mi interessano e mi entusiasmano le danze sacre di Gurdjieff, ma ovviamente il mio apprezzamento è puramente estetico e non riesco a comprenderne il vero significato.
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