La mia vita procede bene. Ho quasi finito di leggere “Il Ricordo di Sé” e mi appresto a iniziare “La Quarta Via” di Ouspensky per approfondire la conoscenza del pensiero di Gurdjieff. La mia esperienza nipponica mi ha avvicinato ai manga e mi ha invogliato a cercarne qualcuno che possa piacermi. Dopo alcune ricerche su Internet mi sono deciso a ordinare la serie completa di “Jiraishin”, un manga noir ambientato a Tokyo nel quartiere Shinjuku. Lo studio del giapponese procede abbastanza bene. Conosco il sillabario hiragana a memoria, compresi i suoni impuri e i suoni semipuri. Presto mi cimenterò nello studio del katakana, in seguito comincerò ad apprendere i kanji e le prime regole grammaticali. Penso anche alla salute del corpo oltre che al diletto della mente e, per usare un termine caro a Robert Earl Burton, non lascio che la mia “macchina”, ovvero il mio corpo fisico, cada vittima della pigrizia. Evito di pensare troppo a ciò che manca nella mia esistenza e spesso riesco ad abbracciare la serenità. Ogni tanto mi rompo i coglioni, ma è normale che succeda. Mi sento bene, ho molta energia e presto mi auguro di avere uno shampoo antiforfora efficace. Ho fatto un regalo alla mia piccola ipocondria e nonostante la mia vista sia perfetta mi sono prenotato per una visita oculistica.
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