Ciao. Un gobbo senza denti ti prende per mano e ti accompagna nel passato per sodomizzare il tuo futuro. Pensi che la tua vita sia interessante, ordinata, ricca di opinioni e di interessi che si sviluppano al di sopra della povertà e al di sotto della megalomania. Il gobbo ti consiglia di girare il capo per guardare i calessi luttuosi che percorrono le strade della tua storia. Quelle immagini aride ti rinfrescano la memoria? C’è tutto, non manca un cazzo. Sei immerso nel fango e ripercorri passo dopo passo il dolore che ti ha gambizzato più di una volta. Non stai leggendo le mie parole, ma stai passando in rassegna tutti i nomi che hanno bucato la tua carne. Come si chiamavano quelle persone che ti hanno mandato il cuore in gola prima di sgozzarti? Ricordi i loro nomi, non è vero? Puoi dirlo a me e al gobbo. Non avere paura perché dopo questo riassunto macabro avrai tutto il tempo per provarla. Non puoi nascondere a te stesso l’identità dei tuoi assassini. Le ricordi quelle giornate uggiose? Il gobbo misura l’intensità delle tue fitte con uno stetoscopio composto da ossa e silenzio. Ridiamo di te e della somma delle tue manifestazioni di vanità e d’arroganza che frantumi come un bicchiere vuoto che assiste incolpevolmente alle tue frustrazioni. Ogni uomo ha una croce, ma pochi riescono a staccarla dalle loro spalle per lanciarla con risentimento e soddisfazione verso Gesù Cristo. Il gobbo pensa che tu non sia un caso raro. Non dileggiamo i tuoi drammi, ma le gigantografie pacchiane che hai fatto in loro onore con i pezzi pregiati del tuo tempo e con l’autocommiserazione. Ciao.
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