Due giorni fa sono andato in treno fino a Grosseto per ritirare il mio passaporto. Sono restato in piedi per tutta la durata del viaggio, accanto a pensieri discordanti e trascurabili di cui non ricordo il contenuto. I colori invernali della Maremma hanno contribuito per molto tempo alla salvaguardia delle mie vecchie mestizie e anche per questa ragione non sono mai riuscito ad apprezzarli. Dopo la breve visita alla questura sono tornato a Orbetello e ho trascorso il pomeriggio tra suoni piacevoli e immagini nipponiche. Ho fatto un acquisto modesto su Internet per completare il mio equipaggiamento multimediale e più tardi mi sono diretto all’agenzia di viaggi che si trova vicino a casa mia per acquistare il biglietto aereo, ma alla fine ho comprato online il volo di andata e di ritorno: poco più di ottocento euro, assicurazione e tasse aeroportuali e incluse. La partenza è prevista per il quattro febbraio alle dieci e venticinque di mattina: ogni kamikaze tirocinante è invitato ad aggregarsi. Ho dovuto scegliere tra la Swiss Air e la KLM, e alla fine ho deciso di affidare la mia vita a un pilota olandese. Non vedo l’ora di volare di nuovo. Conservo ancora sprazzi dell’ebrezza dei quattro voli transoceanici che ho compiuto comodamente nel ventre avionico delle creature dell’Air France. Mi auguro che il mio aereo non si schianti sugli Urali, ma spero che raggiunga almeno il Mar Caspio.
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