Mi sono svegliato alla diciassette, ma sono riuscito ugualmente ad affacciarmi alla finestra per scorgere l’ultimo chiarore del giorno. Mi sento pervaso da un lieve stato di benessere che enfatizza positivamente il mio vuoto affettivo. Avverto un lieve dolore alla coscia destra e credo che dipenda dallo strappo che mi sono procurato ieri sera dopo circa due ore di movimento. Oggi non noto pensieri discordanti nei meandri della mia interiorità e mi chiedo se la loro assenza dipenda da una vertenza sindacale o dagli effetti rigeneranti delle cure del tempo. Sono a disposizione delle necessità più sottili che mi istigano a vivere e continuo a impedire che qualcosa le comprometta nocivamente. È normale che le proprie esigenze cambino con il tempo, ma credo che occorra costanza e imprudenza per evitare che le esperienze negative ne modifichino la forma e il contenuto con lo scopo di chetare le angosce esistenziali. Non sono formato solo da ossa e bisogni, ma anche da momenti di ozio, da fatiche volontarie e da gioie insensate e silenziose che entrano ed escono a loro piacimento dai miei pori. La mia partenza per il Giappone si avvicina giorno dopo giorno e forse anche questa piacevole attesa contribuisce al mio attuale stato di grazia. Mi vedo già a bordo di un aereo sulla rotta per Tokyo, ma non escludo che invece di giungere a destinazione il mio volo possa optare per una rotta di collisione su invito del caso. Sono pronto all’evenienza di un disastro aereo, ma illustrerò domani o nei prossimi giorni i miei pensieri a questo riguardo.
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