In questo ventitreesimo giorno di dicembre scorgo il profilo di una nuova fase della mia esistenza. Penso continuamente al mio viaggio in Giappone e non vedo l’ora che il mio passaporto elettronico sia pronto. Il periodo natalizio incrementa la quantità di ozio presente nelle vene delle mie ventiquattrore quotidiane, ma la sua azione soporifera non riesce ad assopire i miei desideri latenti. Seppellisco lentamente i rottami del passato nella periferia della mia mente e tra un colpo di vanga e l’altro osservo le meravigliose incognite del futuro. Per me è importante vivere da solo i momenti funesti che ogni tanto fanno capolino dal crinale del presente. Vivo il dolore in una dimensione individuale e lo affronto pericolosamente in luoghi isolati. Sono vivo e sono in salute, sono giovane e sono deciso a versare serenità e consapevolezza sul seno della mia vita. Non mi aspetto che tutto vada bene e sono pronto a fronteggiare nuove avversità . La mia soglia di sopportazione del dolore è aumentata molto in questi anni e adesso non temo più di mettere piede in alcune zone d’oscurità . Continuo a forgiare il mio carattere a colpi di interiorizzazioni ponderate e non smetto mai di battere il martello sulla mia coscienza. Sono esaltato dallo scontro con l’infelicità e spero di avere la meglio. Non ho nulla da perdere e non ho intenzione di permettere che qualche ferita morale mi uccida. Sono stato sconfitto molte volte e probabilmente subirò altre disfatte, ma continuerò a oltranza la mia disputa per la pace dei sensi.