Qualche volta le cose non vanno come si desidera e allora che vadano pure a fare in culo. Mi domando se le delusioni possano essere detratte dalle tasse. La mia serenità è tornata a galla in tutta la sua incompletezza e anche questa volta ha evitato l’embolia. Ho voluto la bicicletta dell’eremita e adesso mi tocca pedalare lungo una strada vuota, ma non posso fare a meno di chiedermi quanto tempo manchi al prossimo incrocio pericoloso. A volte vivo degli attimi di esaltazione libertaria in cui sono contento di non avere nemmeno un legame profondo e in quei momenti mi sento una bellissima mosca bianca. Penso che l’essere umano debba assecondare la sua natura sociale, ma io, per adesso, non sono in grado di farlo. Ho lavorato molto sulla mia individualità e ho trascurato altri aspetti fondamentali della vita. Il mio iter individuale mi ha insegnato a metabolizzare facilmente gli eventi spiacevoli, ma allo stesso tempo ha diminuito la mia fragilità e di conseguenza mi ha reso meno sensibile. In altre parole credo che nel corso degli anni la mia alta tolleranza alla sofferenza psichica abbia condizionato negativamente la calibratura della mia sensibilità . Le parole non servono a un cazzo e ho l’ovvio presentimento che non si possa esplorare il proprio animo tramite qualche riflessione vagamente filosofante. Vedo la passione come una disciplina pratica in cui si modella materia organica, ma contemporaneamente ne sostengo la natura metafisica. La verità è che non ho idea di come esplodano i sentimenti e i suoi derivati o di come si formino i collanti emotivi e credo che ogni tentativo di rappresentare questi fenomeni debba essere relegato nel campo della fantascienza.