Un gruppo di condomini capeggiato da una carampana è disposto a semicerchio di fronte alla porta dell’unica abitazione del pianterreno. La vecchia che sta alla testa del gruppo incoraggia le altre persone: “Forza, adesso o mai più!”. Un omuncolo, basso, emaciato e con gli occhiali spessi, tenta di forzare la serratura della porta mentre gli altri lo guardano in silenzio e sperano che faccia velocemente. I respiri dei condomini, principalmente anime decrepite, riempiono d’attesa tutti i pianerottoli. D’un tratto l’omuncolo si ritrae dalla porta e lascia intendere alla vecchia capintesta che adesso è possibile entrare nella casa. L’anziana apre la porta e incita il resto dei condomini a seguirla. All’interno dell’appartamento si notano i segni di una profonda indigenza: ci sono macchie sulle pareti, panni puzzolenti sparsi disordinatamente sul pavimento e posate sporche sopra un tavolo di plastica. Ogni angolo della casa è avvolto da un fetore nauseabondo. La banda condominiale raggiunge una piccola camera arredata con drammi e farmaci scaduti. Nella stanza si trova un ragazzo con un aspetto terrificante: tutti i suoi arti sono stati amputati e coperti da fasciature sporche di sangue. All’improvviso un grido disperato irrompe nello squallore altrettanto disperato dell’abitazione. I condomini si voltano verso l’entrata e squadrano minacciosamente la padrona di casa. La donna, appena capisce ciò che successo, inizia a gridare e ad agitarsi mentre il giovane mutilato inizia a battere la fronte contro il pavimento. Fine.
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